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Patto di non concorrenza: cos’è e quando è valido

Cos’è il patto di non concorrenza?

Per patto di non concorrenza si intende l’accordo stipulato tra datore e lavoratore con il quale il lavoratore si obbliga nei confronti dell’ex datore, alla cessazione del rapporto di lavoro, a non svolgere attività in proprio o alle dipendenze di altri in concorrenza con l’attività prestata da quest’ultimo.

Tale accordo può essere raggiunto in ogni momento, quindi anche successivamente all’assunzione oppure dopo la stessa conclusione del rapporto di lavoro.

Il patto di non concorrenza, come stabilito dall’art. 2125 c.c., deve essere redatto in forma scritta, deve rispettare i limiti di oggetto (qualsiasi attività lavorativa che può competere con l’attività del vecchio datore), spazio (provincia, regione, area commerciale di riferimento) e tempo (può avere efficacia per un tempo massimo di tre anni) entro i quali essere operativo.

Ogni patto di concorrenza deve, inoltre, prevedere un congruo corrispettivo economico a favore del lavoratore.

Qualora il patto di non concorrenza non presenti uno dei suddetti requisiti sarà nullo, quindi privo di efficacia a tutti gli effetti di legge e di contratto.

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